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TKART magazine Come Fare a | Il kit del meccanico esperto al parco chiuso (e tutti i modi per usarlo)
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IL KIT DEL MECCANICO ESPERTO AL PARCO CHIUSO (E TUTTI I MODI PER USARLO)

Jacopo Colombo
19 Giugno 2023 • 17 min. lettura
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PARCO CHIUSO: COS’È?
Con l’espressione “parco chiuso” nel karting si indica un’area dedicata del circuito (che si istituisce durante le gare), posta in prossimità delle vie di ingresso e uscita del tracciato, che i piloti raggiungono quando sono all’inizio - oppure quando devono fermarsi durante o al termine - di un turno in pista ufficiale (prove di qualificazione, manche, gare…). In questa zona si ritrovano con i meccanici (uno per pilota), con i quali i piloti possono confrontarsi e operare piccoli aggiustamenti di setup dell’ultimo minuto o eventuali riparazioni che possono essere sbrigate in pochi istanti e non richiedono un rientro alla tenda. Per poter svolgere qualsiasi tipo di lavoro sul telaio è importante che si abbiano gli strumenti adatti a portata di mano, per evitare inutili perdite di tempo che possono costare caro nel caso in cui la sessione debba iniziare da lì a poco, sia breve o stia per finire. Per questa ragione, è fondamentale avere sempre a disposizione una piccola cassetta degli attrezzi, contenente gli strumenti più importanti, che permettono di non farsi mai trovare impreparati. In questo “Come Fare a | Tutti gli attrezzi del kartista per l’assistenza in pista” abbiamo analizzato quali sono in generale gli strumenti che non possono mai mancare nella cassetta di un kartista, ma, non potendo portare l’intera attrezzatura ogni volta a parco chiuso, quali di questi sono i più utilizzati e utili da avere con sé quando ci si sposta dalla tenda alla pista? Lo scopriamo grazie al supporto Thomas Mardaga, un meccanico professionista di grande esperienza, che abbiamo intercettato durante una tappa del 2023 FIA Karting European Championship delle categorie OK e OKJ.

Nota della redazione
È importante sottolineare come durante i weekend di gara non possano essere svolte operazioni su telaio o motore da parte di piloti o meccanici quando si arriva al parco chiuso durante o al termine di una sessione di qualifica o di una gara. Questo perché i regolamenti impongono che il kart, una volta terminate queste sessioni, che stilano poi una classifica, rimanga esattamente nello stesso stato di quando si è fermato, permettendo ai commissari di gara di valutare che tutte le componenti siano congruenti ai regolamenti tecnici. Questa condizione viene definita “regime di parco chiuso” e ha inizio quando il kart viene messo a terra in pre griglia, per terminare con l’apertura del parco chiuso, al termine delle verifiche. Ciò non toglie che un kart danneggiato, che rientra a parco chiuso durante una qualunque sessione ufficiale, possa essere riparato per consentirgli di riprendere la sessione stessa, ovviamente sotto l’occhio vigile dei commissari tecnici, i quali accerteranno che gli interventi effettuati siano stati solo di ripristino e non di modifica.

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Evidenziato in foto, il parco chiuso del 7 Laghi Kart - International Circuit di Castelletto di Branduzzo, definito anche Park Fermee.
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A sinistra, Thomas Mardaga il meccanico professionista che ci ha aperto la sua cassetta degli attrezzi indispensabili al parco chiuso. Ha lavorato per 15 anni nel team Kosmic Kart. In seguito è passato, per un breve periodo di tempo, in Kart Republic. Dal giugno 2023 è responsabile della parte tecnica del AKM Motorsport by Kart Republic, il team fondato dal pilota Andrea Kimi Antonelli (e da suo padre) in partnership con Kart Republic di Dino Chiesa. A destra, un meccanico che interviene sulla pressione degli pneumatici nel parco chiuso.
LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI
La nostra analisi del kit del meccanico professionista al parco chiuso parte dall’elemento base, ovvero quello che il kit lo contiene: la cassetta degli attrezzi. Se, però, pensate che ai più alti livelli del karting internazionale vengano usati dei contenitori specifici acquistabili in chissà quale negozio specializzato, dovrete ricredervi. Infatti, quella di Thomas Mardaga è una cassetta comune (dimensioni 40 x 30 x 17 cm), acquistabile per circa 30 euro in un qualsiasi negozio di utensileria. A fare la differenza, invece, è il suo grado di customizzazione di quel contenitore generico e la sua maniacale organizzazione, resa possibile grazie a un sistema che divide lo spazio disponibile in precisi scomparti. Sul fondo della cassetta vi è un divisorio in alluminio (ideato da un collega di Mardaga, Neil Mackerman del Beyond Racing Team, per soddisfare le esigenze dei meccanici professionisti da kart), che permette la distribuzione ordinata e sperata di diverse tipologie di strumenti, come il kit di chiavi a brugola o il set di cacciaviti. Per ottimizzare lo spazio disponibile, inoltre, Thomas si serve di un ripiano amovibile in alluminio che utilizza maggiormente per i dispositivi elettronici (come il manometro e il cronometro) e di una ulteriore scatola in plastica, anch'essa munita di divisori e scomparti, che serve per riporre piccoli ricambi: da quelli generici, come viti e bulloni, fino a quelli più specifici, come dei pignoni. Infine, per non sprecare nemmeno un centimetro cubo disponibile, nella parte interna del coperchio della cassetta sono stati fissati degli appositi ganci per disporre attrezzi come la chiave della candela o delle comunissime fascette in plastica. Dunque, ogni strumento ha una collocazione ben precisa, che permette a Mardaga di non perdere nemmeno un secondo nella ricerca del giusto utensile, dispositivo elettronico o ricambio, per ogni esigenza in pista. Qualunque sia la frequenza con cui girate in kart, il consiglio di un meccanico professionista come Mardaga è quello di “organizzare la vostra cassetta degli attrezzi nel modo più preciso possibile, in quanto, oltre a garantire prontezza di intervento in qualunque situazione, vi aiuterà a valutare sia lo stato dei vostri strumenti sia quando è necessario recarvi presso il vostro ferramenta di fiducia per fare scorta di ricambi”.
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Ecco tutti gli strumenti, e la loro suddivisione, della cassetta di Thomas Mardaga: [1] un kit di chiavi a brugola; [2] dei cacciaviti di varie misure e forme della testa; [3] un tronchese e una pinza a clip, [4] un set di chiavi fisse; [5] un avvitatore elettrico con le diverse punte per forare e avvitare oltre che le relative chiavi a tubo per svitare i dadi di varie misure; [6] una chiave per la candela; [7] una candela di scorta; [8] delle fascette di plastica; [9] un manometro e un metro; [10] dei piccoli ricambi.
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I divisori degli scompartimenti, realizzati in alluminio, sono stati fissati alla struttura della cassetta con dei rivetti che ne trapassano le pareti.
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