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TKART magazine Una Volta nella Vita | Wheelchair Karting, quando il kart diventa una… Medicina
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WHEELCHAIR KARTING, QUANDO IL KART DIVENTA UNA… MEDICINA

Luca Basso
05 Luglio 2023 • 12 min. lettura
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Abbiamo assistito in prima persona a un evento di karting con 200 iscritti. No, non era una gara della WSK, bensì una manifestazione organizzata dall’associazione fondata da Niccolò “Niko” Tremolada che permette a tutte le persone affette da disabilità fisiche, motorie o intellettive, di provare le emozioni e il brivido della velocità. Perché il karting, oltre che un semplice mezzo a motore, può essere molto di più. Può diventare una vera e propria cura, per le ferite del fisico e dell’anima
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“Crederci sempre, arrendersi mai”: no, non si tratta di una caption acchiappa clic sotto un post da social network né di una frase motivazionale dell’ultimo guru del web. Insomma, non è una di quelle frasi perfette per alimentare la banale retorica che caratterizza gran parte della comunicazione digitale della nostra epoca. Questa volta la frase “Crederci sempre, arrendersi mai” assume contorni ben definiti, in grado di restituire il giusto valore alle sue parole. Infatti, è il motto scelto da Wheelchair Karting, l’associazione che promuove la “kart-terapia” per tutti i portatori di handicap che vogliono provare l'ebbrezza e l’adrenalina di scendere in pista a bordo di un go-kart. Tutto parte dalla straordinaria storia di Niccolò “Niko” Tremolada, un ragazzo innamorato della velocità e del motorsport che nel 2011 ha visto la sua vita cambiare in maniera radicale. Niko, due giorni prima del suo 18esimo compleanno, come sempre, è in giro in moto: affronta un incrocio come tanti, ma qualcuno non rispetta la precedenza e l’impatto è inevitabile e tremendo. Niko è vivo, ma la diagnosi è di quelle che tolgono il fiato: lesione midollare delle vertebre. Tradotto, significa - allo stato attuale delle conoscenze mediche - vivere per sempre su una sedia a rotelle. Niko ha un corpo diverso con il quale confrontarsi, ma il piglio energico e tenace della sua personalità non è cambiato di un millimetro, anzi. Ed è per questo che, superato il difficile periodo vissuto in ospedale, non privo di complicazioni, una volta tornato a casa l’obiettivo è uno e solo uno: guidare. Non può tornare in moto? Poco male: inizia a sfrecciare in pista a bordo di un kart, opportunamente adattato alle sue condizioni fisiche. Da quel momento il kart diventa una vera e propria terapia, per staccare dalle difficoltà di tutti i giorni e vivere momenti di pura e spensierata gioia.
Niccolò Tremolada, il fondatore di Wheelchair Karting.
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È un fatto che se trovi una “medicina”, sei un genio. Se però, la “medicina”, la tieni solo per te, sei un egoista. E Niko egoista proprio non è: per questo decide di condividere questa “cura” con altre persone affette da disabilità che possano trarre beneficio da un’adeguata “terapia” e nel 2020 fonda Wheelchair Karting: “Girare col kart - racconta Niko - mi dava la sensazione di libertà e mi permetteva di non pensare al mio incidente. E, quindi, di essere competitivo contro le altre persone. Un giorno ho conosciuto in pista Federico Leo (pilota italiano, attivo nel panorama GT, n.d.r.) e abbiamo realizzato insieme un video poi pubblicato su YouTube. Così tanti ragazzi con disabilità hanno cominciato a chiedermi consigli su come adattare il loro kart alla loro disabilità: da lì è nata la ‘folle’ idea di fondare l’associazione. Il mio obiettivo iniziale era quello di avere due kart a disposizione: obiettivo superato abbondantemente! Il prossimo passo è quello di avere un secondo kart con la doppia guida”. Per rendersi realmente conto di cosa sia Wheelchair Karting, bisogna partecipare a un loro evento: così ci diamo l’appuntamento per venerdì 26 maggio al circuito Big Kart di Rozzano, appena fuori dalla città di Milano (Italia). Arriviamo alle 9.30 e, nonostante il clima piacevole dato l’orario mattutino, davanti a noi sembra proprio prospettarsi una giornata rovente, di quelle che ti tolgono il fiato, tipiche della tarda primavera dell’Italia settentrionale. Sarà proprio per questo motivo che, mentre cerchiamo di orientarci tra paddock, pista e accoglienza dell’associazione, notiamo sotto alcuni alberi, al riparo dal sole, un gran via vai di persone: c’è chi è intento a scaricare dei kart da due furgoni e chi, invece, li sta già preparando alla giornata che verrà, sistemando tutta l’accessoristica e occupandosi di effettuare un doveroso “installation lap”.
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